mercoledì 12 novembre 2008

Positano News 12.11.08

Successo del libro Le Ville di Napoli.



Un altro attraente libro su Napoli.

Fin dal tempo dei Romani possedere una dimora per gli otia a Napoli era considerato un segno di potere e di successo; nella città di Partenope, infatti, si incontravano lusso e vivacità intellettuale e artistica.


Attraverso le alterne vicende dello svolgersi dei secoli, la“civiltà delle ville” ha raggiunto il suo apice nel

periodo borbonico, quando le residenze signorili sorsero in quattro aree principali: la fascia costiera di Chiaia con i promontori di Pizzofalcone e Posillipo, la costa orientale verso il Vesuvio, il territorio di Capodimonte e la collina del Vomero.


Dai resti delle ville antiche, passando per il barocco, il rococò e il neoclassicismo, l´eclettismo e il liberty, fino al razionalismo e al post-razionalismo, la città riserva una vera e propria antologia degli stili architettonici declinati con modalità proprie.


Il volume Le ville di Napoli (Newton Compton), di Yvonne Carbonaro e Luigi Cosenza, propone un itinerario lungo venti secoli di architettura e di arte sul nostro territorio.


Ne hanno parlato in una prima presentazione con gli autori Giancarlo Cosenza e Franco Lista, moderati da Andrea Jelardi.


La città ha subito, nel tempo, una furto delle aree libere o messe a verde.


C´è proprio una bella differenza con ciò che offre la “Tavola Strozzi”, del 1464, e ciò che la città presenta, dopo tutte le angherie paesaggistiche subite.


Se ieri era privilegiata la villa, con supporti esterni, oggi s´incrementano le verticalizzazione dei volumi edilizi.


Si presenta, quindi, interessante la lettura del saggio di Yvonne Carbonaro e Luigi Cosenza, "Le ville di Napoli" (Roma, Newton Compton editori, 2008, p. 446, €. 25,00), che, seguendo, passo dopo passo, le vicende della relazione fra questo modulo edilizio e il territorio cittadino, fa emergere, oltre all´ovvia successione delle forme stilistiche dell´architettura, anche i mutamenti di preferenza per le diverse aree della città, da parte dei committenti.


Si incomincia dalle ville romane, da quella del celebre generale, intenditore di gusti, Lucio Licinio Lucullo a quella di Vedio Pollione, poi si passa all´edilizia aragonese, vicereale, borbonica, al liberty vomerese, al razionalismo, ad esempio di Luigi Cosenza, ovviamente senior.


Villa Gilda può essere considerata l´ultima ampia “villa di delizie” napoletana, che “insiste” ai Colli Aminei.


Non solo il territorio urbano viene stimato; anche le “Ville Vesuviane” e “Villa Malaparte”, nell´isola di Capri, trovano riferimento; addirittura, quest´ultima persino in copertina; si sa che è stata, anche, eccezionale set cinematografico non solo di un “movie”, ma di successi del cinema internazionale e Brigitte Bardot, Claudia Cardinale, Marcello Mastroianni, tra i tanti, hanno goduto di una vista strepitosa.


Completa l´edizione un ricco apparato iconografico e documentario, che s´avvale della prefazione di Mimmo Liguoro.


Da leggere.



Maurizio Vitiello







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