Teatro del MAV di ERCOLANO
Domenica 6 aprile ore 17,30
ASSOCIAZIONE ARMONIA
(info - caringius@libero.it)
in
VOCI E SUONI DEL ‘600
REGIA e ADATTAMENTO TESTI
Yvonne Carbonaro
PROGRAMMA
(L’AMORE E LA DONNA)
Oi nenna nenna
Le 7 cotenelle (dal Pentamerone di GB Basile)
Angelarè
Li ffigliole
Sta bellezza che laude (GB Basile)“ Oi ricciulina”
dalla Vaiassaide (di Giulio Cesare Cortese)
Musica (dalla satira prima di S Rosa)
Star vicino al bell’idol (Salvator Rosa)
Mo' ca lo juorno arriverà (Filidei Catalano)
Danza danza fanciulla gentile (Francesco Durante)
Ammore (Capasso-Biondi)
Sto Core Mio (O Di Lasso)
‘No Police (B Donato)
Vecchie Letrose (AWillaert)
La Janara (A. Perrucci)
(LA STORIA, LA LEGGENDA, LA SPERANZA)
In galera li panettieri
Berardina (da “Le giornate di Masaniello” di Y Carbonaro)
A mugliera ‘e Masaniello (da F Russo su musica di Luigi D’Arienzo)
Auciello grifone (Anonimo)
Cient’anni arreto (da Velardiniello in stesura del’600)
Napoli Felice su Tarantella di Masaniello (L D’Arienzo)
NOTE DI
REGIA
“Voci e suoni del ‘600” si presenta come
un continuum spettacolare con cui ho cercato di ricostruire in forma
onirico-poetica l’atmosfera di divertimento legata all’attività teatrale in
lingua locale della Napoli del tempo, diffusa in piazze, feste, e nelle “conversazioni" barocche dei salotti che, come ai tempi di GB
Basile e fino alla rivolta del 1647, miravano al trattenimento e al riso
nell'intreccio e contaminazione delle forme musicali ed espressive colte con quelle popolari. Quella
commistione, dunque, che fu propria di quel secolo di grandi contrasti e
di sconvolgimenti epocali: eruzione, rivoluzione, peste, terremoti, ma anche di
una ricchissima creatività artistica, che ha segnato la
storia, i saperi e il volto della città.
Non volendo azzerare la stratificazione che
i secoli hanno accumulato nel nostro vissuto attuale, questa ricostruzione, pur se essenzialmente basata su
documenti tratti dall’enorme giacimento
culturale del ‘600 napoletano, rifugge da
pretese rigoristiche di carattere didattico-filologico in funzione di una
creazione “barocca”, quindi immaginifica
e mirante a stupire, ma emotivamente collegata con il presente
pertanto:
* I recitativi
costituiscono un libero adattamento dei testi letterari per riduzione teatrale
di fiabe, citazioni di versi con allitterazioni e metafore, stralci di poemi e
di cronache d’epoca, insieme a brani di mia produzione. La lingua è in buona parte un napoletano del
‘600 lievemente semplificato per una più agevole fruizione.
* Per la selezione iconografica che funge da
scenografia virtuale, partendo dalla pittura napoletana di allora,
sconfinamenti nell’immaginario visivo dei secoli precedenti e successivi fino
ai contemporanei mirano a sottolineare l’universalità e attualità dell’umano
sentire. Per una maggiore adesione delle immagini al racconto, un esperto le ha
ottimizzate, con manipolazione e ritocchi sui grandi quadri d’autore. Per fiabe
e leggende ho privilegiato figure surreali o fantastiche fuori dal tempo.
* Per i brani musicali di autori storicizzati insieme a canzoni popolari e leggende di anonimi, sono stati appositamente rielaborati dal Maestro per il coro polifonico, con la totale riscrittura delle partiture, e accostati a composizioni sue o di altro musicista del gruppo.
* Le danze, pur ispirate allo stile coreutico dell’epoca, presentano passi e movimenti che liberamente scaturiscono da moderne interpretazioni e sensibilità delle coreografe e delle danzatrici.
* I costumi si rifanno al gusto secentesco come da storia del costume, ma molti sono fantasiose ideazioni esclusive offerte da una nota stilista
* Gli oggetti di scena alludono alla ridondanza decorativa barocca nelle immaginose e personali creazioni dei nostri scultori.
Il ricorso a tutti i suddetti linguaggi teatrali è scaturito da un attento lavoro di ricerca sul “barocco” napoletano e su alcuni dei suoi aspetti peculiari per una fantasia frizzante tesa al recupero di radici e d’identità, ma tesa allo stesso tempo alla riflessione e al confronto su questioni sempre attuali e tra loro intrecciate: l’amore e la donna (e dunque la concezione che se ne aveva: idealizzata e adorata nelle canzoni d’amore sia popolari che colte, ma descritta in ben altra luce nei testi letterari che ci rimandano spicchi della vita reale di allora e della mentalità corrente); il malcontento verso i governanti (esemplificato nella più significativa pagina di storia di quei tempi che insieme alla peste di qualche anno dopo stravolse ritmi e senso della vita); l’immaginario perpetuato dalla tradizione (in quel tanto di favolistico riportato da una leggenda contadina, visto che le leggende insieme alle credenze su fate e streghe “janare” permeavano la visione del vivere); infine la speranza di un futuro migliore (nel richiamo nostalgico ad una mitizzata età felice a confronto con le difficoltà del quotidiano e l’anelito ad un’era nuova di felicità).
Il progetto è stato realizzato grazie alla splendida partecipazione di più gruppi di artisti di varia formazione e differenti abilità espressive, oltre che di grande talento e professionalità, tutti riuniti sotto l’egida dell’Associazione Armonia.
Yvonne Carbonaro
GLI INTERPRETI
MUSICHE ORIGINALI – ARRANGIAMENTI – DIREZIONE MUSICALE
M° Luigi D'Arienzo
LE VOCI
Federico Branca - Pina Carini - Ileana Ciranni - - Daniela Esposito
Brunella Ganora - Enzo Liccardo - Maria Mauro - Giovanna Moccia - Carlo Palermo Rosanna Sodano - Peppe Tagliaferri
I MUSICI
Francesco Acampora – flauti
Giancarlo Orlando Cafazzo - chitarra
Suena Carnevale -tammorra
Benedetta Catalano - clavicembalo
Brigitte Catalano - mandola
Filidei Catalano – compositore - mandolino
Giuseppe Maddaloni - fisarmonica
Vittorio Oriani - voce, flauto traverso, ciaramelle
Anna Maria Sodano – castagnette e percussioni
LE DANZATRICI
Manuela Barbato – “Star vicino al bell’idol” - “Danza, danza fanciulla gentile” – coreografie proprie
le piccole Claudia Cannatello, Louise Carini, Camilla Tucci
“Mo’ ca lo juorno arriverà”, Angelarè”, “Sto Core Mio” - coreografie di Pina Carini
Le allieve di portamento dell'Accademia Moda Maria Mauro - “Li ffigliole”-
coreografia di Mary Carmen
GLI ATTORI
Yvonne Carbonaro - narratrice
Fabiana Maffettone – figlia
Lucia Oreto – madre, janara
Francesca Borriello - prima fata, popolana
Giada Reale – seconda fata, popolana
Raffaella di Bonito - terza fata, popolana
Pierfrancesco Di Mauro – narratore - mercante - principe - "Vaiasseide"
Vincenzo Scippa - narratore, principe –"Vaiasseide"
figuranti
Carla Capone, Emanuela De Simone, Cinzia Morelli, Maria Petraccone, Paola Ricci, Giovanna Teta
COSTUMI - Francesca Colica e Sartoria Associazione Concerto Giacomo Maggiore
CREAZIONI SPECIALI ESCLUSIVE - Stilista Maria Mauro - Accademia Moda
SCULTURE IN SPUGNA - Carlo Palermo
SCENOGRAFIA CON MASCHERE BAROCCHE – scultore Giancarlo Ianuario Solaris
SCENOGRAFIA VIRTUALE- selezione iconografica e sequenza - Yvonne Carbonaro - rielaborazione e ottimizzazione - Felice Garofano
SI RINGRAZIA ARCHITETTO SEBILLO MARCELLO – PROGETTAZIONE D'INTERNI
Napoli – Via G. Bruno, 169 – 0813654405 – 3491480433