Un mondo di gatti, racconti domestici di Yvonne Carbonaro
Un mondo di gatti: Il libro raccoglie oltre trenta divertenti racconti brevi, della scrittrice Yvonne Carbonaro che hanno come protagonisti i gatti.
“Quando un gatto fissa immobile un punto, forse sta creando una poesia. O sta scoprendo un varco nell’universo. O sta aspettando la venuta di un angelo”.
Un mondo di gatti. Nella poetica definizione di Fabrizio Caramagna, emerge tutto il misterioso universo gattofilo che la scrittrice Yvonne Carbonaro ha esplorato con divertente curiosità in un piacevole volumetto pubblicato da Apeiron Edizioni.
Yvonne Carbonaro. Autrice, scrittrice e giornalista, si occupa da tempo di teatro, narrativa e poesia e ricerca con particolare riguardo a Napoli, alla sua cultura, alla sua storia. Con quest’ultimo titolo fa un salto nel territorio delle novelle. Il libro raccoglie oltre trenta racconti brevi che hanno come protagonisti i gatti. Vicende domestiche e quotidiane che sottintendono vizi e virtù, leggende e caratteristiche di uno degli animali domestici più antichi. Le ultime ricerche fanno risalire il gatto addomesticato a oltre 7500 anni fa nell’area della Mesopotamia ed è facile ricordare come sia stato divinizzato nell’antico Egitto e quanto, invece, demonizzato nel Medioevo dal Cristianesimo.
Il gatto è sicuramente la figura più presente nella letteratura e nelle arti, fonte inesauribile d’ispirazione per poeti come Charles Baudelaire, Neruda, Bukowski, protagonista di favole e proverbi, cartoon, musical, canzoni.
Yvonne Carbonaro, invece, prendendo a prestito la propria esperienza e i racconti di amici e parenti, colleziona una serie di divertenti vicende in cui è facile per gli appassionati e non solo, riconoscere avventure e disavventure degli amici felini. La scrittura è sobria e spigliata, adatta a una lettura scorrevole di grandi e piccini e non è un caso. Finalità predominante del volumetto vuole essere proprio lo stimolo alla lettura condivisa. La funzione pedagogica del leggere è, ormai, attestata da numerose ricerche scientifiche. Il tempo per leggere insieme va trovato, e se inizialmente richiederà un impegno non indifferente, col passare del tempo, permetterà di instaurare una relazione speciale con figli, scolari, nipoti che si trasformerà in una piacevole routine. I ricordi dell’infanzia sono incancellabili e tra questi si annideranno i momenti trascorsi con la complicità di un libro.
La lettura durante l’infanzia, inoltre, affina le capacità linguistiche e pianta il seme di valori e principi. Senza sottovalutare la lettura privata, c’è anche una riscoperta per gli adulti del leggere a voce alta, come dimostrano i numerosi gruppi nati in America e ora sempre più diffusi e il successo delle letture pubbliche di grandi opere come quella della Divina Commedia di Benigni. E’ una pratica emozionale, “stuporosa” perché fa entrare in gioco elementi aggiuntivi, il timbro della voce, il linguaggio del corpo che creano attenzione ed empatia. Suggestioni che la scrittrice riesce a suscitare con i suoi racconti della porta accanto e con la preziosità delle immagini.
Il libro è arricchito, infatti, dalle riproduzioni delle opere di Gianni Pisani, artista che ha contribuito a un sostanziale rinnovamento della scena artistica napoletana, stabilendo un dialogo con correnti internazionali quali Pop Art, New Dada, Body Art, rimanendo, tuttavia, legato alle proprie radici geografiche e al proprio vissuto biografico come l’amore per i suoi gatti Siesto e Sinco, sempre presenti nei suoi ultimi lavori.
Colori accesi e raffinati racconti a pastello che non fanno da illustrazioni bensì aprono la porta a un tempo di tenerezza e di meraviglia. Ultima chicca, una deliziosa poesia in lingua napoletana del drammaturgo Manlio Santanelli che fa da Prefazione al libro, intitolata “Gattanapoli” e dedicata a una micia intraprendente che sfida Dio e Noè in nome della libertà. Parole e immagini per guardare con ironia e commozione ai piccoli, grandi fatti della vita, cantando anche sotto il diluvio universale:. “tra paccare d’acqua ‘nfaccia, onne e contronne, oilì oilà”.